Che il risultato delle elezioni presidenziali negli Stati Uniti non ci avrebbe consegnato un verdetto chiaro in poche ore lo avevamo previsto e chi ne ha parlato con me in questi giorni lo sa. Che i ritardi dello spoglio del voto postale avrebbero generato confusione anche, che Biden si sarebbe (o lo avrebbero) proclamato vincitore pure e infine che Trump avrebbe gridato alla frode e ai brogli altresì. Tutto come da previsioni insomma.
Il bello, anzi il brutto direi, deve però ancora venire. Fra qualche ora conosceremo il nome del vincitore – provvisorio – , poiché il perdente non accetterà di esserlo e promuoverà ricorsi legali che naturalmente genereranno tensioni nei relativi “schieramenti” e “supporters”. Se dovesse vincere Biden il popolo “trumpista” con il mal di pancia scenderà in piazza gridando al grande complotto, se invece a vincere dovesse essere Trump sarà l’establishment “bidenista” a salire in cattedra con ancor più forza per spiegare quanto Trump sia il male assoluto e che tutto è fatto per il bene dell’America e degli americani.
E allora quale sarà per il mondo il male minore? Il Sistema dovrebbe violentare se stesso e rinunciare alla confusione, portando lo sconfitto (o presunto tale) ad accettare di esserlo. Bisognerebbe scegliere la linea della pacificazione, della unione, piuttosto che quella della divisione, soprattutto in un periodo come questo. Ma si sa, nessuno è pronto a lasciare andare, ad accettare, e si è capito che non viviamo in un momento di pace e di unione, quindi aspettiamoci pazientemente momenti di ancor più grande confusione che si aggiungeranno a quella già fisiologica prodotta dai nostri DPCM settimanali e dai colori regionali comprensibili solo a Picasso.
Oggi ci vogliono arancioni, domani chissà…intanto aspettiamo di sapere se gli States si tingeranno di rosso o di blu…e noi speriamo che ce la caviamo….